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venerdì 15 ottobre 2010

I cowboys non indossano vestiti di sartoria


Matthew B. Crawford

Un donna over 30 sola che uomo desidera?
È una domanda che mi pongo spesso. Forse perché sono anche io un over 30 solo.
Così mi capita di fare incontri, stringere mani, regalare sorrisi, dispensare affettuosi baci sulla guancia già al primo incerto saluto. Sì, incerto. Perché non sto vendendo un prodotto sfoggiando un sorriso devi-fidarti-sono-la-persona-che-ti-frega-ma-lo-fa-con-stile, al massimo sto vendendo me stesso.
Perché  vendere me stesso?
Perché, forse (che equivale a un “sicuramente”) mi sono stancato di stare su quel cavolo di scaffale da solo. Per carità. È uno scaffale lucido e alla moda, brillante e che attira sorrisi entusiastici di chellerine ansiose di toccarmi e palparmi come fossi la lampada di Aladino pronto a soddisfare i loro desideri. Ma dopo l’uso ecco che mi ritrovo di nuovo su quello scaffale. Solo.
Così,  mi decido ad andare alla ricerca della mia metà.
Qual è il primo passo da fare?
Semplice, capire se ci sono trentenni che desiderano la stessa cosa. E non si tratta della domanda che incontra l’offerta. Questo vale in economia. Qui si parla di persone. Si spera. Così, quando si fa una nuova conoscenza ( “quando” e“dovunque” capiti -le donne e gli uomini che diventano ricettivi SOLO di sera e SOLO nei locali andrebbero soppressi all’istante! ) butto là l’argomento, tanto per capire che ne pensa il mammifero munito di tette al quale aspiro. Non sempre la risposta è sincera: timidezza, scaltrezza, diffidenza, poca conoscenza di sé, ecc. non mi sto a dilungare sul perché si mente su ciò che si vuole. Ne prendo solo atto. E allora?
Dove scoprire i segreti desideri di una donna?
Siamo nel 2010. C’è il pc. La rete. Centinaia, migliaia di blog femminili nei quali le donne si confessano. Finalmente si può sguazzare tra le pagine dei diari segreti delle donne. Finalmente saprò cosa gira nella testolina decolorata delle over trenta col cuore in camera di rianimazione perché a un passo dall’essere relegate nella riserva delle zitelle a vita.
Mi collego e cosa trovo?
“Cosa cerco in un uomo” – “Il mio uomo ideale” – “Dov’è il mio principe azzurro?” – “Cosa voglio dal mio uomo” –  “Esiste un uomo capace di amarmi?” – “Perché tu!” – “Leggi e scopami!” (No, scusate. Questo titolo appartiene a un’altra categoria di donne).
Cosa ho capito.
Ho capito che c’è confusione, molta confusione. Cliché. Ma soprattutto, utopica rappresentazione del maschio desiderato. Tanta meravigliosa teoria che alla prima prova scritta rimedia, inevitabilmente, un bel “non ammessa”. La studentessa è intelligente ma non si applica. Perché? Semplice, perché:
I cowboys non indossano vestiti di sartoria.
Siamo Uomini!
Non pupazzi.
Siamo uomini!
Non portafogli con le gambe.
Siamo uomini!
Non smutandati modelli Abercrombie
Esempio di questa utopica, e a tratti squalliduccia, idea di uomo da amare arriva da una delle più brillanti e intelligenti blogger donna della rete (No, niente nome…), che nel suo blog tratteggia l’uomo ideale. Quello da scopare, direte. Magari, se così fosse non la citerei (per danni alla categoria). No, lei parla di amore, di colui nel quale perdersi. E sembra che in questo post abbia già imboccato il labirinto bramato.
“L’uomo da amare deve avere
un cuore grande
un cervello funzionante
ironia
curiosità
irrequietezza
essere maschio fino al midollo
giocherellone
predatore
coccolone
carne e sangue”
Nemmeno Daniel Craig, Hugh Grant, Johnny Deep e Paul Walker messi insieme riuscirebbero a tanto.  
Ma il pezzo forte ( non quello a cui state pensando voi, maliziose!) è il seguente:
“Voglio un cowboy in abiti sartoriali, capace di mangiare pane e salame nel mezzo del nulla e di trovarsi a suo agio a un ricevimento ufficiale.”
Cara blogger,
a parte il fatto che i cowboys non esistono (I miei camperos sono in soffitta dal mio sedicesimo compleanno e persino Clint Eastwood, l’uomo dagli occhi di ghiaccio, è andato in pensione come cowboy) ti ricordo che i cowboys
non indossano abiti sartoriali, al massimo puzzano.
E neanche gli Uomini indossano abiti di sartoria, a meno che non abbiamo un più che allegro conto in banca, una fuoriserie e un bilo su Ocean Drive. Cosa assai rara in questi tempi di crisi. E anche se fosse, sarebbero così occupati a far soldi che difficilmente potrebbero coltivare quella ambite qualità da te menzionate e agognate.
Avresti fatto meglio a inserire la postilla:

      Cercasi fidanzato abbiente.
      Prego astenersi con denuncia dei 
      redditi inferiore a 200 mila euro.. (!)..........
     
      Alla faccia della purezza dei sentimenti
      È davvero il caso di dire: Viva l’amore (e i soldi).  
  

                                          Copyright 2010 © by Sam Stoner





martedì 12 ottobre 2010

DONNA CONSAPEVOLE / Il verbo di Sex and the City



Questa sera stavo vedendo dei vecchi episodi di The sex and the city, serie icona per più di una generazione di donne. Ahimé, devo aggiungere. Sì, perché il modello femminile che si afferma nella serie è tanto vincente in tv quanto devastante nella vita, ossia quello della donna consapevole.
Non vi vengono i brividi solo a leggere queste due parole insieme? A me sì. Chiaro che se le legassi alla donna degli anni ’70 sarebbe tutta un’altra musica. Ma qui stiamo parlando della donna consapevole degli anni novanta e del nuovo secolo. Un’aberrazione! Meglio Godzilla o il mostro di Alien!
Ma cerchiamo di capire qual’è la donna consapevole del ventunesimo secolo. Innanzitutto, è una  donna che ha avuto molte esperienze, quindi una donna che conosce bene la propria sessualità.
Mi sorge una domanda, ma questa donna conosce anche se stessa?
Questa domanda assume importanza nel momento in cui ha una propria interiorità con la quale entrare in contatto, ma se non c’è? O, meglio se c’è ma più semplicemente  decide di ignorarla? Ecco che deve concentrarsi su quello che certamente ha, ossia la propria sessualità. E qui, più che di una donna consapevole sarebbe giusto parlare della  Donna Vagina.
Ma non divaghiamo, vi darò delle indicazioni ulteriori per capire qual è la donna consapevole.
È quella che dice sempre di non aver bisogno di un uomo. E bisogna credergli, perché l’uomo, nella sua universale accezione è un essere umano di sesso maschile, mentre queste donne possono avere rapporti solo con “membri” maschili, dildo di carne, esseri monocellulari alimentati a testosterone. Ma non pensate a spogliarellisti e personal trainer (per quanto gettonatissimi dalle donne consapevoli). No, questi “dildo di carne” sono di solito brillanti manager, affermati professionisti, sportivi di successo. Avete colto la sottigliezza? Sono la versione maschile della donna consapevole.
Sì, perché la donna consapevole:
- ha più 30 anni
- ha successo
- è elegante
- è separata/divorziata
- è bella
- è intelligente (o almeno così sembra che sia)
- è spigliata
- è ironica
- è indipendente
e soprattutto (appare) determinata!

Ma determinata per cosa?
Per accaparrare per l’azienda per la quale lavora un numero di clienti record? O capace di accrescere in modo significativo il fatturato della propria società? Determinata, forse, a scoparsi (sì, è questo il termine che le donne consapevoli usano per indicare l’unione fisica con un uomo) tutti gli uomini che vuole?
Uhmm… ragguardevole. E poi?
Il poi che segue contiene la VITA. Ma loro non lo sanno, non vogliono saperlo. Eppure rappresentano un modello di donna vincente. La donna indipendente che non aspetta il principe azzurro, perché il principe azzurro non esiste, anzi esisteva ma lei lo ha ucciso per poi occultarne il cadavere nel bosco incantato. È una donna con le palle! Insomma, una femminista priva di ideali, foraggiata solo dalla rabbia, verso se stessa e verso gli uomini. Diciamocelo, si tratta di donne più pericolose degli uomini bomba di Hamas. Deflagrano ad intervalli regolari portandosi dietro tutti quelli che si trovano nei pressi della loro vita.
Non ce l’ho con loro, sia chiaro. Già si fanno molto male da sole.
Ma perché ne parlo? Non solo perché me le ha ricordate The sex and the city, ma perché nel corso delle mie esperienze sentimentali ne ho incontrate, e per fortuna ne sono uscito vivo.
Questa riflessione  è dedicata a quegli uomini che hanno subito le schizofrenie sessiste di queste donne e poi a loro, le donne consapevoli. Le prime inconsapevoli vittime di se stesse. Auguri.
           
           Copyright 2010 © by Sam Stoner

domenica 10 ottobre 2010

Onestà maschile.


Copyright 2010©by Sam Stoner



LEI : Tu mi hai mentito!
LUI : Sì.
LEI : Non negarlo!
LUI : Non lo nego.
LEI : Mi hai ingannata, manipolata, usata!
LUI : Già…
LEI : Come fai a vivere? Come?
LUI : Come tutti: respiro.
LEI : Mi chiedo come cazzo faccia tua moglie a starti vicino!
LUI : Nello stesso modo in ci riesci tu.
LEI : Io? Te lo puoi scordare! Io sono fuori dalla tua vita! Mi stai uccidendo. E io devo vivere, devo... amare! E tu, invece… tu non hai idea del significato della parola amore! Anzi, no, tu lo sai, ma solo perché ami te stesso. Nessuno, tranne te stesso!
LUI : Non dire sciocchezze. Io so amare.
LEI : Non me! Non me, maledizione!
LUI : Te lo dico sempre che ti amo…
LEI : Ma certo, ancora bugie, menzogne. Per il solo gusto di dirle. Sono davvero stufa di tutto questo. Lo capisci?!
LUI : Ma certo…
LEI : E allora, cosa intendi fare? Cosa?
LUI : Starti vicino. Cos’altro potrei fare?
LEI : Per starmi vicino devi lasciare tua moglie! O me lei!
LUI : Lo farei. Ma come?
LEI : Che vuoi dire?
LUI : Voglio dire che non posso lasciare mia moglie perché…

Ora seguirà una serie di puttanate che a noi maschietti fanno scompisciare dalle risate, mentre le donne ci credono ciecamente. L’aspetto più folle e ridicolo è che tali puttanate si tramandano di generazione in generazione e quindi sono note alle donne da secoli; tuttavia continuano a crederci.

LUI : Voglio dire che non posso lasciare mia moglie perché:

a) è depressa e due giorni fa ha tentato il suicidio
b) è su una sedia a rotelle
c) sta morendo di una brutta malattia
d) il mio bambino ha gravi problemi psichici, se me ne vado sarebbe la fine.


LEI : Mi ami?
LUI : Scusami… cosa mi hai chiesto? ( in realtà stava pensando a cosa mangiare per cena)
LEI : Mi ami?
LUI : Certo che ti amo, ma non posso lasciare mia moglie. Lo hai capito, vero?
LEI : Sì, ora ho capito. Come ho capito che hai un gran cuore per sopportare tutto questo. Sei un uomo splendido.
LUI : Tu sei una donna splendida.

LEI: Cosa fai?


Lui le sta togliendo le mutandine.


LUI: Ti desidero. Sei così comprensiva e sensibile…

LEI: Sono tua.

LUI: (E anche stasera la scopata è rimediata!)